Se siete amanti del cinema sicuramente avrete visto il film “La notte di San Lorenzo” dei registi Paolo e Vittorio Taviani. Entrambi nati a San Miniato si innamorano del mondo del cinema già in giovane età e, trasferitisi a Roma, iniziano a lavorare dirigendo alcuni documentari per poi dedicarsi completamente alla regia di film autonomi.
Uno di questi, ricordato nella storia del cinema e che vince il premio Grand Prix Speciale della Giuria e il premio della Giuria Ecumenica è “La notte di San Lorenzo”, un film drammatico che racconta uno degli episodi più sanguinosi della storia di San Miniato: la strage del Duomo.
Il film viene raccontato attraverso gli occhi della piccola Cecilia e racconta la fuga di un gruppo di cittadini capitanati dal contadino Galvano: la storia ha come sfondo la seconda guerra mondiale e la guerra di resistenza.
Un gruppo di militari tedeschi ordinano ai cittadini di San Martino (nome fittizio per indicare la città di San Miniato) di radunarsi nel duomo, ma il contadino Galvano, temendo una terribile trappola, si rifiuta di contravvenire all’ordine dell’esercito e con un gruppo di cittadini durante la notte abbandona il paese. I timori del contadino sono infatti fondati e, come sappiamo, il Duomo verrà colpita da una granata che ucciderà 55 persone tra uomini, donne e bambini.
Il film quindi narra vicende storiche realmente accadute e la fuga di questo gruppo di cittadini in cerca degli alleati americani. Come sottolineò Paolo Taviani “La morale del racconto banalmente è questa: quando le cose vanno male, è il momento di prendere in mano il senso della propria esistenza; quando tutto è perduto, tutto può essere ancora salvato”.
Questo film è stato girato a San Miniato e nelle campagne circostanti mentre la chiesa ripresa per le scene della strage non è il Duomo della città, ma la collegiata di Sant’Andrea a Empoli; la maggior parte degli attori che vediamo invece erano tutti improvvisati o esordienti.
La strage del Duomo di San Miniato, accaduta realmente il 22 luglio 1944, venne inizialmente attribuita all’esercito tedesco in quanto proprio loro avevano fatto radunare i cittadini nella chiesa: vennero quindi indicati come i diretti responsabili del massacro. Quando venne aperto l’Armadio della Vergogna (armadio rivenuto a Roma contenente fascicoli d’inchiesta e registri pieni di reati relativi a crimini di guerra commessi su territorio italiano durante l’occupazione nazifascista) venne alla luce che il proiettile che colpì il duomo non era tedesco, ma apparteneva al 337° battaglione di artiglieria della US Army, diretto contro un nascondiglio di armi tedesco.
Ad oggi, a memoria di questo sanguinoso evento, sono state poste una lapide con i nomi delle vittime all’interno del transetto destro della chiesa e una targa commemorativa.
Purtroppo Vittorio Taviani è morto a Roma il 15 aprile 2018 ma a sua memoria consigliamo vivamente di guardare questo film per avere un’idea del sofisticato lavoro di due tra i più famosi registi italiani.