Uno dei più famosi artisti italiani è di sicuro Lodovico Cardi, detto il Cigoli. Pittore, architetto e scultore deve il suo soprannome alla sua città natale, ovvero Cigoli, piccolo borgo medievale e frazione del comune di San Miniato ed è stato un artista attivo durante il periodo manierista e barocco.
Nasce il 21 settembre 1559 da Giovan Battista Cardi e Ginevra del Mazzi e all’età di 13 anni, quando la famiglia si trasfersce a Firenze, inizia a lavorare presso la bottega di Alessandro Allori (famosissimo pittore allievo di Agnolo Bronzino) che grazie alla sua passione per i lavori di Michelangelo Buonarroti, trasmette al ragazzo una grandissima passione per la pittura.
Lodovico Cardi: la formazione artistica a Firenze
Lodovico fece domanda per l’ingresso all’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze e il suo quadro rappresentante Caino e Abele (oggi perduto) venne giudicato il migliore tra tutti quelli presentati e nel 1581 prese parte alla decorazione della Galleria degli Uffizi insieme al suo maestro.
Per problemi di epilessia dovette tornare nuovamente nelle campagne Samminiatesi e in questo periodo si attestano il Noli Me Tangere del Conservatorio di Santa Chiara e l’Annunciazione di Figline Valdarno. Venne di nuovo richiamato a Firenze dall’artista Bernardo Buontalenti (sì, proprio colui che inventò la crema Buontalenti e che ancora oggi viene segnalato come l’inventore del gelato) che lavorava presso la corte Medicea e sotto di lui iniziarono anche i suoi studi di architettura e prospettiva riuscendo a spiccare per la grande originalità. In questo periodo, grazie anche al prezioso aiuto del grande amico Galileo Galilei, scriverà il Trattato di Prospettiva, che oggi si trova nel Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi.
In questo nuovo periodo fiorentino si dedicò molto anche alla pittura ispirandosi ad artisti quali Santi di Tito, Correggio e Tiziano, fino a quando non fece il suo ingresso alla corte medicea entrando in contatto con il Granduca Francesco I de’ Medici e realizzando per lui sette ritratti, una tela della Resurrezione per palazzo Pitti e un affresco nella Villa medicea della Petraia (Castello).
Lodovico Cardi: il successo in Italia e l’ “Ecce Homo”
Lodovico comincerà a viaggiare in diverse regioni d’Italia, traendo ispirazione dai grandi artisti del suo tempo e avrà modo di lavorare per importanti committenti italiani e, una volta tornato in Toscana, riuscì ad aprire un’importante bottega nella quale lavoravano molti allievi e intorno al 1600 lavorerà di nuovo per la corte Medicea come scenografo per i festeggiamenti del matrimonio tra il Re di Francia Enrico IV e Maria de’ Medici: il suo lavoro fu così apprezzato che la regina gli commissionò una statua per il Ponte Nuovo a Parigi in onore e memoria del suo consorte. La statua purtroppo venne distrutta durante la Rivoluzione Francese.
Tornato a Roma nel 1604 realizzerà le sua più bella opera pittorica per eccellenza, l’Ecce Homo, ovvero il momento in cui Gesù, flagellato e in manette, viene presentato alla folla da Pilato: la commissione, voluta da Monsignor Massimo, vincerà la concorrenza del Passignano e del Caravaggio.
Durante i suoi ultimi anni si sposterà nuovamente tra Firenze, dove lavorerà ancora per la corte Medicea, e Roma dove rimase fino alla sua morte che avvenne il 15 giugno 1613 a causa di una febbre maligna. Le sue spoglie si trovano oggi nella chiesa di Santa Felicita a Firenze.