Sin da quando ero piccola, sono sempre stata affascinata dalle storie e dalle leggende. Mia nonna, anche per tenermi buona, me ne raccontava tantissime e una tra queste riguardava la caccia alle streghe e la loro triste storia. Tante donne condannate a morte solo per essere additate come “diverse”, torturate per essere costrette a confessare il falso, e cioè essere figlie o mogli del diavolo. Non solo donne, ma anche uomini, ragazzine e animali (specialmente i gatti neri) sono morti sul rogo e in Europa si contarono quasi 100.000 persone processate. Le persecuzioni in Italia si ebbero nella prima parte del cinquecento, soprattutto in Italia settentrionale e in Toscana. E’ per questo che mia nonna mi raccontò una leggenda molto particolare: si narra che, nella piazza del Prato del Duomo di San Miniato dove forse si tenevano i roghi delle streghe, in alcuni momenti dell’anno sia ancora possibile udire i lamenti delle povere donne uccise ingiustamente.
La strega Gostanza da Libbiano
Facendo qualche ricerca sulle streghe a San Miniato ho trovato interessante la storia che narra della strega Gostanza da Libbiano, una signora sessantenne vedova (uno dei tanti requisiti che facevano di una donna una strega) conosciuta come curatrice, filatrice e levatrice. Ovviamente in quel periodo, chiunque deteneva il sapere, non era proprio visto di buon occhio e in tanti pensavano che i suoi metodi da guaritrice erano frutto di un patto con il diavolo. Purtroppo è stato proprio questo che ha portato Gostanza a San Miniato, dinanzi al tribunale dell’inquisizione capitanato dall’inquisitore Mario Porcacchi che sottopose la povera donna a torture indicibili che la portarono a confessare, contro la sua volontà, di essere una strega, di aver partecipato ai Sabba, di trasformarsi in gatto nero e di aver avuto rapporti carnali con il Demonio.
Qualche tempo dopo da Firenze arrivò il francescano Dionigi da Costacciaro il quale, dopo aver esaminato attentamente la storia della povera donna, decise di concederle la grazia ammonendo Mario Porcacchi di essersi accanito ingiustamente contro Gostanza torturandola senza un vero motivo.
La strega Barbuccia
Un’altra strega che viene nominata a San Miniato è la strega Barbuccia, maga e chiromante che aveva fatto di Fonte alle Fate la sua dimora. Era una donna alla quale i cittadini di San Miniato si rivolgevano per richiedere incantesimi e per avere previsioni per il proprio futuro.
Non sappiamo però se sia esistita veramente in quanto viene citata solamente nel libro di Guido Pieragnoli “La Bruna di Poggighisi”, una storia ambientata nel ‘500.