Passeggiando tra le leggiadre colline sanminiatesi, a tutti sarà capitato di trovare conchiglie fossili che affiorano dal terreno.
A queste affascinanti presenze, testimoni di una preistoria che stuzzica la nostra immaginazione, gli studi geologici compiuti nel tempo hanno fornito l’insindacabile spiegazione scientifica: A San Miniato c’era il mare.
Quelle conchiglie altro non sono che i resti di esseri viventi scomparsi tre milioni di anni fa, nell’epoca geologica del Pliocene, a seguito di un lento movimento dei continenti che hanno spinto verso l’alto gli antichi fondali marini.
È curioso pensare che gli stessi ritrovamenti sono certamente capitati anche nell’antichità, dal medioevo al rinascimento; solo che in mancanza d’una scienza che spiegasse il fenomeno, gli uomini hanno sempre creduto si trattasse di resti del fantomatico diluvio universale.
PER INTUIRE LA VERITÀ, CI VOLEVA… UN GENIO!
In effetti, il primo uomo che azzardò la giusta ipotesi fu proprio il genio di Leonardo da Vinci.
Intorno al 1504, Leonardo studiava con attenzione il nostro Valdarno dal suo dominante punto d’osservazione in vetta al Montalbano, cercando ispirazione al progetto di deviare il corso dell’Arno, commissionatogli dai fiorentini per far dispetto ai pisani.
Forse fu proprio quel “mare” di nebbia che a volte si adagia nell’ampia pianura nelle mattine autunnali e lascia emergere solo lo svettante colle di San Miniato come fosse un’isola, a svelargli l’arcana verità.
Nei suoi codici, il genio descrisse minuziosamente il “mare, che a quelli tempi superava l’altezza di San Miniato al Tedesco, perché nelle somme altezze di quello si vede le ripe piene di nichi e ostrighe dentro alle sue mura”.
Quei “nichi”, ovvero le conchiglie che oggi vediamo, sono dunque gli stessi che Leonardo da Vinci vide cinquecento anni orsono!
A San Miniato esiste anche un percorso recentemente inaugurato, costituito da quattro pannelli informativi installati in luoghi di notevole interesse geologico e paleontologico.
Al percorso si accede dallo sdrucciolo di Gargozzi; il primo pannello informativo è ubicato lungo la strada che scende a valle. Proseguendo su via Gargozzi, si deve andare a sinistra al bivio per via Marzana e, prima dell’agriturismo “la Canigiana”, si deve prendere la strada sterrata sulla sinistra che sale verso l’agriturismo “il Tufo”, nei pressi del quale si trova il secondo pannello informativo. Si continua ancora fino a ritrovare la strada asfaltata di via Calenzano e da qui in poi il percorso coincide con un tratto della via Francigena. Il terzo pannello informativo è ubicato in località Poggio Tagliato ed il quarto e ultimo nell’area di sosta della Francigena su via Castelfiorentino.
L’intero percorso è di circa 6 Km e permette a chiunque di “immergersi in questo mare” ed approfondirne la conoscenza.